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Da Tommie Smith a Maurizio Gasparri
Post-it sui post-fascisti (1)
Don Chisciotte


Tommie Smith e John Carlos

Olimpiadi di Città del Messico – 1968.

I velocisti statunitensi Tommie Smith e John Carlos – 1° e 3° posto sul podio dei 200 m – all'atto della premiazione alzano al cielo i pugni chiusi avvolti nei guanti neri, simbolo delle Black Panters, quale atto di protesta contro il razzismo imperante nel loro paese e a sostegno del movimento Olympic Project for Human Rights.
Il loro fu un atto individuale, che divenne da subito patrimonio dell'umanità intera, simbolo di coraggio, testimonianza, ribellione. La loro immagine fece il giro del mondo. Il loro gesto entrò nella Storia, non solo dello sport. Ben presto divenne un mito per generazioni intere.
Tale atto, a conferma di quanto volevano denunciare, costò però loro molto caro. Furono sospesi dalla squadra americana con effetto immediato ed espulsi dal villaggio olimpico. Tornati in patria, i due atleti subirono altre ritorsioni, fino a ricevere minacce di morte.


Olimpiadi di Pechino – 2008.

Il post-fascista Maurizio Gasparri – capogruppo al senato del P.d.L. – alla vigilia dell'apertura dei giochi olimpici dichiara alle agenzie di stampa – dalle spiagge di Marettimo, dove sta trascorrendo le sue vacanze – che gli atleti azzurri dovrebbero disertare la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, per protesta contro il mancato rispetto dei diritti umani in Cina.
Il suo non è un atto individuale, tant'è che come un sol uomo, gli fa eco la ministra alle politiche giovanili, Giorgia Meloni, sua camerata di partito: disertare!
Le loro dichiarazioni fanno il giro dei mass media nazionali e durano poche ore, tra rimbrotti, rettifiche e contrordini.
Tale atto, a conferma del fatto che siamo nel paese delle banane, non costerà loro nulla. Come al Gasparri non è costato nulla, insultare un intero organo istituzionale, definendo una cloaca, il Consiglio Superiore della Magistratura.
Armiamoci e PARTITE!!!, come ai bei tempi di Mussolini. I nostri post-fascisti, perdono il pelo ma non il vizio.

Don Chisciotte


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  10 agosto 2008